Chi è Giordano Cottur

 

Se n’è andato alle prime ore dell’otto marzo del 2006, mentre le mimose coloravano di giallo strade e vetrine. Era prossimo ai 92 anni (li avrebbe compiuti il 24 maggio) ma non li sentiva. A chi gli faceva notare che erano tanti rispondeva, tra l’ironico ed il faceto, che li aveva cambiati in euro, dimezzandoli. Occhi chiari, sorriso schietto, cuore d’acciaio: Giordano Cottur ha amato la bici come pochi, dedicandole la vita. Dapprima come corridore, poi, sceso di sella, come costruttore e commerciante. La sua bottega, in centro a Trieste, era il punto d’approdo degli appassionati e non passava giorno che, tra cambi da regolare e raggi da sostituire e tirare, non s’accendessero calorose discussioni su corse e campioni. Raramente sbagliava giudizio. Gli bastava vedere la posizione in sella per capire se il corridore che gli sfrecciava davanti aveva i numeri per emergere. Divenne professionista nel 1938 con la Lygie e vi rimase tre anni, vincendo due tappe del Giro d’Italia, il giro dell’Umbria e la Trieste- Postumia. Negli anni della guerra difese i colori della Viscontea, correndo tra un bombardamento e l’altro. Fece suo il Circuito dell’Impero. Alla corte del cav. Dal Molin approdò, col suo carico d’entusiasmo, alla fine delle ostilità e vi rimase sino al 1949 quando lasciò la bici, dopo aver sfiorato il successo finale nella corsa rosa, per salire sull’ammiraglia. Cinque le vittorie con la maglia rossoalabardata: la Trieste Opicina nel 1945 e le tappe di Torino (1946 e 1948) e di Perugia (1947) al Giro.

Giordano Cottur in maglia rosa.



 

Nel 1946 trionfò nella sua città dopo i fattacci di Pieris, fra il tripudio dei triestini che lo portarono in trionfo. Mite ma tenace, non mollava mai e in salita spingeva come un treno. Fu prezioso alleato di Fiorenzo Magni, al quale cedette la maglia nel Giro del 1948, dopo averla conservata otto giornate. “Finalmente stanotte ho dormito come Dio comanda – confessò la mattina dopo averla persa a Bepi il meccanico – Le notti passate non riuscivo a chiudere occhio. Vedevo nemici spuntare da tutte le parti, decisi a strapparmi la maglia.” Salì sul gradino più basso del podio, come fece anche nel 1940 e l’anno successivo, con la consapevolezza che con un po’ più di fortuna avrebbe potuto mettere la sua firma in almeno uno di quei grandi giri.

Cottur indossa il simbolo del primato.

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21 maggio 2013