Si torna nell’agonismo

Gli affari andavano bene e così i fratelli Gastaldello decisero di fornire le loro biciclette ad alcune squadre di dilettanti. Fu Dino Zandegù, buon velocista negli anni ’50 e ’60, poi direttore sportivo, a convincerli a ritentare per gradi l’avventura dell’agonismo professionistico. Nel 1979 Zandegù allestì la Mecap Hoonved, una squadra senza grosse pretese che aveva in Mario Beccia, Luciano Rossignoli e Sergio Santimaria i suoi corridori più rappresentativi. Beccia, scalatore nato in Puglia ma cresciuto nel Trevigiano, aveva allora 24 anni e si mise in luce vincendo la prima tappa del Giro d’Italia di quell’anno, la Firenze-Perugia, mentre Santimaria compì l’impresa della sua carriera aggiudicandosi la Granfondo di 600 chilometri da Milano a Roma. Nel 1981 la rossanese Selle San Marco dell’indimenticato commendator Luigi Girardi si propose con una propria squadra di professionisti, che fu equipaggiata con biciclette Wilier Triestina. Sull’ammiraglia sedeva Carlino Menicagli. C’erano il promettente giovane toscano Enrico Maestrelli, ancora Santimaria e il romagnolo Alfio Vandi, lo scalatore dagli occhi cerulei a cui spettavano i gradi di capitano. Grazie a Vandi la Wilier trionfò al Gran Premio di Reggio Calabria e alla Coppa Placci. In squadra c’era anche Giuseppe Martinelli, che 15 anni più tardi sarebbe diventato il diesse di Marco Pantani. Girardi e i Gastaldello proseguirono fianco a fianco il loro cammino nel professionismo anche l’anno successivo. Per la Wilier Triestina era giunto il momento di riacquistare un risalto di prima grandezza sulle maglie di un team della massima serie. Ma fu un’annata nera, almeno in termini di risultati sui campi di gara. Gianluigi Stanga, che aveva collaborato con la Wilier quando dirigeva squadre di dilettanti, nel 1983 mise insieme la Grandi Cucine Mareno, il cui secondo nome era Wilier Triestina. La squadra, che ospitava svariati corridori veneti, aveva un potenziale limitato e i risultati furono pari alle modeste premesse. Ma era il primo passo di un progetto triennale che iniziò a dare i suoi frutti sin dall’anno successivo, quando Stanga, con l’appoggio di Lino e Antonio Gastaldello, diede vita alla Supermercati Brianzoli. Nell’84 Chinetti vinse il Gran Premio di Reggio Calabria, mentre nell’85 la Supermercati Brianzoli, che già aveva scelto una livrea tricolore, conquistò il campionato italiano su strada grazie a Claudio Corti, primo in solitudine sul circuito del Montello. Quell’anno Corti vinse anche il Giro dell’Umbria e il Giro di Romagna. Il velocista Giovanni Mantovani, invece, s’impose alla Tre Valli Varesine e alla quarta tappa del Giro di Puglia. In squadra c’era anche Gianbattista Baronchelli, che tuttavia disputò un’annata piuttosto incolore. Dal 1986 i fratelli Gastaldello decisero di interrompere il loro impegno come sponsor tecnici di squadre professionistiche per concentrarsi sullo sviluppo strutturale dell’azienda. Negli ultimi anni il volume di lavoro era cresciuto notevolmente, il personale dipendente era raddoppiato ma gli ampi margini di crescita che la Wilier aveva davanti a sé rischiavano di venire soffocati da un’impostazione che ricalcava ancora quella degli esordi. Era il momento di fare un passo in avanti, di non navigare più a vista, di compiere scelte coraggiose e concentrare le energie verso obiettivi precisi. Dopo avere gestito a lungo il marchio bonariamente, nel 1989 Lino e Antonio Gastaldello maturarono la decisione di intraprendere strade diverse, parallele ma distinte. Antonio sarebbe rimasto nell’officina di via Stazione, mentre Lino avrebbe dato vita alla Wilier Trestina commerciale, con sede in via Aldo Moro a Rossano. Da questa costola dell’azienda si sarebbe sviluppata negli anni la Wilier Triestina che oggi conosciamo.


Il tempo confermò l’opportunità di quella scelta. La Wilier Triestina guidata da Lino Gastaldello cresceva a vista d’occhio, migliorando la qualità del prodotto, ampliandosi e trovando nuovi spazi sul mercato. Fu così che a metà degli anni ’90 a Lino fu chiesto di salire nuovamente sul carrozzone del professionismo per affiancare la Brescialat, una squadra che aveva voglia di crescere ed affermarsi almeno quanto l’azienda di Rossano. Nell’organico della Brescialat dell’anno 1995 c’erano nomi di buona caratura, come Casagrande, Podenzana, Piccoli, Leoni, Lanfranchi e Missaglia. Fra i successi più importanti di quell’anno il Giro di Toscana vinto da Podenzana e la 15^ tappa del Giro d’Italia, la Val Senales-Lenzerheide vinta da Piccoli. Nel frattempo era stata completata la nuova sede in via Fratel Venzo, uno stabile concepito con lungimiranza, con una grande disponibilità di spazi e soluzioni logistiche di grande funzionalità nell’ottica di un ulteriore sviluppo dell’azienda. In quegli anni l’alluminio soppiantava gradualmente l’acciaio e la Wilier si affrettò a proporre modelli d’avanguardia con i telai più leggeri. Il fattore peso rappresentava un grande vantaggio ma c’era ancora molto da lavorare sulla rigidità, che all’inizio rappresentava la pecca principale dell’alluminio. Il 1997 fu l’anno della Mercatone Uno e di Pantani. Il romagnolo aveva già fatto innamorare di sé gli sportivi italiani sulle grandi salite del Giro d’Italia ma il grave infortunio subito alla Milano-Torino l’anno prima aveva riempito il suo futuro di punti interrogativi.

1995: Mariano Piccoli vince la tappa di Lenzerheide al Giro d’Italia.

1994: Wilier Triestina si sposta in uno stabile più spazioso e moderno in via Fratel Venzo a Rossano Veneto.

Una persecuzione. Il morale di Pantani, della squadra e di tutto l’entourage era a terra ma c’erano altre sfide da affrontare, prima su tutte il Tour de France. Nella corsa a tappe più ambita al mondo lo scalatore su cui l’Italia riponeva tutte le sue speranze fu protagonista di un inizio stentato. Cadde spesso. Il secondo giorno procurò ai suoi tifosi l’ennesimo spauracchio incappando in un ruzzolone di massa che fortunatamente non compromise la sua permanenza in gara. Anche sulle prime salite non vedemmo un Pantani smagliante, complice una bronchite che proprio non ci voleva. Giorno dopo giorno le cose cambiarono. Più si avvicinavano le mitiche vette alpine e pirenaiche, più Pantani migliorava. All’Alpe d’Huez, che aveva già espugnato due anni prima, regalò agli sportivi italiani momenti di emozione vibrante.

Pantani entusiasmava perché la salita lo inebriava al punto da bandire qualsiasi tatticismo. Alla prima rampa partiva secco, consapevole della sua superiorità. Fece così anche quel giorno. Virenque e Ullrich gli si piazzarono nella scia ma lui era incontenibile. A dieci chilometri dal traguardo il francese si rialzò, poco dopo Ullrich fece lo stesso. Fu un trionfo, un sogno. Due giorni dopo si correva da Courchevel a Morzine. In salita i migliori erano tutti assieme, avevano un’insidia comune da cui difendersi. A cinque chilometri dal valico Pantani ripeté il solito rituale: mani basse sul manubrio della sua Wilier e via senza indugi. Ancora una volta fece il vuoto, il suo mito era definitivamente decollato.

Tour de France 1997: Marco Pantani vince
all’alpe D’Huez.

Tour de France 1997: Pantani ancora a braccia alzate sul traguardo di Morzine.

2000: Sergey Gonchar, campione del mondo della cronometro.


Il rapporto fra Marco Pantani e i costruttori delle sue biciclette non si limitò al solo ambito professionale. Nella preparazione del mezzo era meticoloso ma mai maniacale e sapeva collaborare con i meccanici. Con Lino Gastaldello nacque un’amicizia sincera, senza fronzoli né secondi fini. Si sentivano spesso, magari per commentare una gara appena conclusa. In segno di gratitudine Marco gli regalò una sua maglia con una dedica. Le strade di Pantani e della Wilier Triestina si incrociarono nuovamente nel 2002. Dopo la bufera che aveva travolto il corridore tre anni prima pochi credevano ancora in lui, troppe vicissitudini ne avevano minato la carriera, giunta ormai alle ultime battute. Gastaldello decise ugualmente di rinnovare il binomio con la Mercatone Uno ma la rinascita del Pirata in cui tutti, anche i più scettici, in cuor loro speravano non avvenne.

Marco Pantani nel 2002.

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22 ottobre 2013