posted: 26/08/20 at 02:37 pm

CHARLY GAUL E IL MITO DEL BONDONE

By: Ufficio Marketing
Categoria: Fiere e Eventi
Commenti: No Comments »

In una giornata da tregenda, Charly Gaul conquista il

Charly Gaul e il Monte Bondone: due nomi da leggenda.

Nel Giro del 1956 Charly Gaul conquistò la Maglia Rosa ed il Giro d’Italia in una giornata epica. Era l’otto giugno.
Teatro dell’impresa la ventesima tappa. Da Merano al Monte Bondone.
242 km con quattro gran premi della montagna: Passo Costalunga, Passo Rolle, Passo Broccon ed infine il Bondone.

Le condizioni meteo che incontrarono i corridori di quella ventesima tappa furono a dir poco invernali: freddo, neve, vento gelido.
Furono 43 i ritirati. E 17 i minuti che Charly Gaul guadagnò su Pasquale Fornara (ritiratosi però per semi-assideramento) per indossare la Maglia Rosa.
Una giornata epica. Un giro epico. Anche per Fiorenzo Magni (secondo da Gaul in generale a 3 minuti e 27 secondi) che onorò la corsa Rosa, terminando il Giro con una clavicola rotta.

Il Monte Bondone da allora è legato indelebilmente al nome di Charly Gaul.

Il 22 luglio la GranFondo “La Leggendaria Chalry Gaul” vuole ricordare le gesta del compianto campione lussemburghese riproponendo quei percorsi che hanno reso mitico la montagna trentina.

Tre percorsi, migliaia

Charly Gaul conquista la Maglia Rosa scalando Passo Costalunga, Passo Rolle, Passo Broccon ed infine il Bondone in mezzo a una tempesta di neve.

Se qualcuno di voi si sta chiedendo come mai il nome di Charly Gaul è indelebilmente associato al Monte Bondone, basta tornare indietro di qualche decennio.

Era il 1956.
Charly Gaul, all’alba della ventesima tappa del Giro d’Italia si trova a ben 17 minuti da Pasquale Fornara, maglia rosa.

L’ombra della guerra era ormai lontana.
Il ciclismo era sport nazionale. L’Italia sognava innanzi alle imprese dei suoi campioni su due ruote.
Momenti di aggregazione unici. Durante il Giro soprattutto.
Lungo le strade ad attendere la carovana e ad incoraggiare gli atleti, nei bar a vedere le gesta dei campioni trasmesse in quelle poche TV disponibili, a casa incollati alla radio in attesa delle notizie di radio corsa.
E il Giro 1956 aveva tutte le carte in regola per far sognare gli italiani.
Una carovana orfana di Fausto Coppi, ritiratosi alla 6° tappa per una caduta, l’Italia poteva contare su campioni del calibro di Fiorenzo Magni (anche se infortunato alla clavicola), Pasquale Fornara, Aldo Moser.
Prima della ventesima tappa, Pasquale Fornara si trovava in testa alla classifica generale, con la maglia rosa ben salda sulle sue spalle.
Ma per arrivare a Milano c’erano ancora diverse centinaia di kilometri da pedalare e, soprattutto, tanta salita.
In quell’8 giugno 1956, la corsa venne funestata da condizioni meteorologiche a dir poco invernali.
Neve, vento gelido e freddo sui 242 kilometri che separavano Merano dalla vetta del Monte Bondone.
17 minuti da fornara
43 ritirati.

Leave a Reply