posted: 30/04/13 at 10:15 am

TUTTE LE SALITE DEL MONDO #17 | CAMPO DEI FIORI

By: Ufficio Marketing
Categoria: Storie
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Basta qualche colpo di pedale e tutto vola via. Vi è mai capitato? CampodeifioricieloDopo una giornata passata al lavoro avevo una sensazione di stanchezza mentale, l’anima era come inquinata da un ambiente pesante, relazioni poco amichevoli, senza limpidezza, la maschera che più o meno tutti noi siamo costretti spesso ad indossare per fare finta di essere normali. Insomma, dopo una giornata così avevo voglia di lasciarmi tutto dietro le spalle. La cosa peggiore è riportarsi a casa, e negli interstizi dell’anima, il rumore inquinante del lavoro, tanto più presente quando le cose, come in questo periodo di crisi generalizzata, non girano come dovrebbero per mille motivi. Dentro di me avevo già deciso di andare. Domattina salgo al Campo dei Fiori, la salita dei ciclisti di Varese, mi dicevo all’uscita dal lavoro. Non fa niente se le previsioni danno pioggia. Non fa niente se nessuno dei miei amici di pedale ha deciso di seguirmi.

Ho bisogno di quelle pedalate. Ho bisogno della fatica per sentire il rumore che fa il mio cuore quando supera il limite lasciandosi alle spalle tutto il resto. Sono arrivato in auto a Varese, l’inizio della salita. Da casa mia sono circa 70 km. Il cielo è nero. Non lascia presagire nulla di buono. Il mio Garmin mi avvisa: ci sono 14 gradi, pochi per essere alla fine di aprile, e soprattutto un tasso di umidità del 94%. Comincio ad andare sù, da subito attacca la salita. Come al solito mi sono coperto troppo, per la paura del freddo e della pioggia. Ma bastano due colpi di pedale ai ciclisti per termo regolare in modo perfetto il proprio corpo come neanche il miglior impianto di aria condizionata in un abitacolo di una limousine riesce a fare. Piove e io avanzo nella nebbia, in mezzo a una nuvola bassa che mi circonda come il signor Rossi. La strada sale. E piove. E io sto sudando sotto la pioggia battente. Da non crederci. Le ville neoclassiche di inizio secolo con i loro parchi costeggiano la strada nei primi chilometri, prima di immergersi nei boschi di castagni e di faggi del Parco del Campo dei Fiori, massiccio alpino a due passi dalla città che dal 1984 è area protetta. La montagna ha diverse vette, la più alta è quella Di mezzo che arriva a quota 1.227 slm. In bici si arriva fino all’Osservatorio astronomico, il Centro Geofisico Prealpino: chi vive in Lombardia lo conosce per via delle previsioni meteo che arrivano da qui e vengono trasmesse più volte al giorno dai notiziari radio regionali. Fino a poco tempo fa dal mitico professor Salvatore Furia, naturalista, a cui si deve la fondazione di questo parco e di quello del Ticino, che su Radio Rai regionale faceva le previsioni meteo raccomandando però, alla fine, sempre un pensiero positivo, che poco c’entrava con il tempo, ma più con l’umore delle persone che lo ascoltavano in fila mentre andavano al lavoro. Quel suo modo così gentile e particolare di fare le previsioni del tempo lo ha reso familiare, di casa, a molti lombardi e così la sua scomparsa, un paio di anni fa, ha fatto notizia più dei suoi meriti scientifici. 006-06gpsvarese-verso il Campo dei Fiori in culmineAlla radio non c’erano più i pensieri positivi del mattino dal Centro Geofisico Prealpino.

Bene, pace all’anima sua, oggi se riesco ad arrivare in cima sfidando queste nuvole basse e le auto che mi vedono all’ultimo istante emergere dalla nebbia come un astronauta, finalmente lo vedrò questo Osservatorio astronomico. La pendenza di questa salita che ha circa 7-800 metri di dislivello, va dall’8 al 14-15%, con punte del 20-21% nell’ultimo tratto. Non una passeggiata, insomma.

Continuo ad avanzare nella nebbia di buon passo, il mio passo. Faccio fatica ma vado avanti in agilità. Solo con i miei pensieri, il sudore che mi vela il viso e le gambe che girano ritmicamente. Ogni tanto, quando mi sembra di non farcela, mi alzo sui pedali e avanzo ballando di quà e di là. Qualcuno ha scritto che questa è una salita da grimpeur. Beh, non aveva torto. In ogni caso lo stress della giornata ora mi sembra un ricordo sbiadito. Sono quasi in vetta. Non è passata nemmeno un’ora da quando sono partito. Comincia a piovere forte e il bosco si fa più fitto e un po’ mi ripara dalla tempesta. Questa salita – dicono – è molto frequentata dai ciclisti della zona. Ma oggi non ne è ho incrociato nessuno. E’ proprio una giornata da lupi.

Quasi in cima incrocio un signore sulla sessantina, la barba bianca da Capitano Findus,Capitan_Findusche sulla sua mtb, il cappello di lana calato sulla testa, ha già cominciato la discesa verso casa. “Quanto manca!..”  gli chiedo mentre mi sembra di soccombere sotto il peso dell’ennesima pedalata – c’è solo un tratto di leggerissima discesa che dura un centinaio di metri – per il resto la salita del Campo dei Fiori sale sempre. Sempre in alto. Un tornante dopo l’altro. Lui mi fa cenno che ormai è fatta. Continuo a salire. Il temporale ha fatto cadere le foglie morte. Il fondo stradale è pieno di foglie, a mucchi che tocca schivare oltre alle buche numerose. Foglie che sono entrate negli ingranaggi, nei rapporti dietro, tra freni e  cerchi, dappertutto.

La bici fa un rumore strano, un fruscio che non saprei descrivervi, segnale che qualcosa non va. Benedette foglie. La pioggia continua a venire giù, ora sempre più forte. E non ho voglia di fermarmi anche perché in cima la temperatura si è abbassata e si sente. Pedalo e pedalo con la strada sempre più stretta e piena di buche, dove non passano più le auto ma solo i ciclisti e nelle belle giornate le persone che salgono su fin qui a piedi… In questo sentiero di auto espiazione o sorta di autolavaggio del cuore e della mente che è la salita sono arrivato alla fine. Mi assale una sottile euforia. Ce l’ho fatta. Nonostante il freddo, la pioggia, la nebbia. Campo dei Fiori conquistato.

Ora giù di corsa, facendo attenzione a schivare le buche di questa strada maldestra, una strada che dà l’idea di un posto non amministrato, come gran parte del nostro paese di questi tempi. Eh sì che di soldi questi della Lega li avevano. Però, al di là dei proclami su Roma ladrona, non li usavano per rifare le strade ma piuttosto comprare lo yacht da 2,5 mln al figlio del senatur… O per speculare sui diamanti della Tanzania. Povera Italia.

Campo dei Fiori ci rivedremo con il sole (magari per provare a fare delle ripetute per allenarsi in salita tra qualche mese, prima della Marmotte).

La salita di Campo dei fiori in Garmin Connect – Dettagli del mio allenamento

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