posted: 22/08/13 at 10:24 am

TUTTE LE SALITE DEL MONDO #31 | LUNGO LUNGHISSIMO PENSANDO ALL’OETZTALLER

By: Ufficio Marketing
Categoria: Storie
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Cannes
Dopo la Marmotte, e tutte le sue salite, dopo la Charly Gaul, la maratona di Barcellona, l’Oetzi marathon, e il mezzo Ironmand di Rimini, l’ultimo obiettivo della stagione delle mie salite pazze (nello sport e nella vita) è riuscire a finire la Otztaller roadmarathon, il 25 agosto, A Solden, in Austria, la granfondo forse più tosta di tutte: 230 km con 6mila metri di dislivello da percorrere in un giorno… Un giorno che sarà infinito. Lo so già.

Se riuscirò a concluderla, stanco di questi allenamenti infiniti, il prossimo anno mi darò alla bocce. Ho deciso. Sì proprio così, avete capito bene: le bocce: sport nobilissimo che in Francia praticano tutti alla sera nei parchi e nelle piazze quando il sole comincia a calare (petanque) ma che anche in Italia ha un suo seguito… Però prima di passare tra i pensionati ho deciso di provare a farla questa Oetztaller, e soprattutto di arrivare fino in fondo. Credo di avere una buona preparazione di base: ho percorso circa 4mila chilometri con la bicicletta (vi risparmio i particolari sulle vasche infinite in piscina e sugli allenamenti di running). Insomma arrivati ad agosto, periodo di caldo e di vacanze, mi sento un filo stanco. Ma ci sono quasi. E non mollo. Quindi: pedalare, pedalare. Nelle prossime due settimane mi sono ripromesso di allenarmi ancora di più con le salite, quasi ogni giorno. Non ho un vero e proprio programma di allenamento. Il mio modo di procedere con lo sport è sempre piuttosto “artistico” diciamo così: non mi sono mai piaciute le tabelle, preferisco improvvisare un po’ e sorpattutto ascoltare i segnali che il corpo mi manda, prima, durante e dopo lo sport. Il mio amico Max Cellino che la Otztaller l’ha fatta lo scorso anno e quest’anno, pur iscritto, probabilmente non la farà perché non si sente pronto dopo un mese di stop e una lunga vacanza in Nicaragua, mi ha stampato un foglio con tutte le tappe della sua preparazione di un anno fa… Ogni giorno, dico ogni giorno, un’uscita. Con salite salite e salite. Cerco di stargli dietro, come posso. Pensando che per riuscire ad arrivare fino in fondo un po’ di preparazione specifica, oltre ad alimentarmi bene a bere e a concentrarmi sulla mia gara, dovrò averla…

Comincio oggi con i lunghi. Dobbiamo tornare in Italia dopo un bel periodo di vacanze in Costa Azzurra. Ho illustrato la mia ideona alla famiglia mentre cenavamo, l’altra sera. Dobbiamo andare in Piemonte. “Bene: io parto al mattino presto, in bici. AgayVoi  il pomeriggio-sera in auto. Ci troviamo lì per cena”… L’espressione sorpresa dei miei figli mi ha fatto capire che forse non era proprio una grande idea. Ho spoiegato che per riuscire a pensare di finire una gara di 230 km con tutte quelle salite (il Rombo 30 km di colli non stop comincia al km 180 della Oetztaller, pensate, quando di km ne hai già consumati tanti e le gambe ti fanno male) dovevo riuscire a completare in solitudine una intera giornata in bici, perché così sarà poi la gara in Austria il prossimo 25 agosto. Non li ho convinti ma alla fine mi hanno lasciato fare. Così all’indomani mattina parto da St rapahel, poco dopo l’alba Alba: destinazione Italia, Roccaverano, un paese delle Langhe, in collina, terra di capre e di salite, dove si allenava Fausto Coppi quando aveva bisogno vicino casa di trovare qualche erta simile a quelle alpine del Tour.  Da St Raphael sono circa 280 km con quasi 2mila metri di dislivello. Non so bene come farò ma comincio a pedalare sulla Corniche, la strada costiera che attraversa tutta la Costa Azzurra. Il primo tratto ha anche delle salite, lungo il parco dell’Esterel. Arrivo a Cannes dopo circa un’ora, quando stanno aprendo i negozi e le persone di una certa età vanno al mare. Il sole è ancora pallido. Percorro tutto il lungomare in una beata solitudine facendo attenzione alle auto parcheggiate e ai soliti sportelli che si possono aprire da un momento all’altro. Passo davanti al Palazzo del festival e alla zona vecchia. Non è granché Cannes. Troppo turistica, troppo piena per i miei gusti. Continuo verso Antibes e poi verso Nizza e la lunghissima sua Promenade des anglais. Nizza è una città amica dei ciclisti: un pezzo della famosa Promenade è stato trasformato in una lunga lunghissima pista ciclabile che attraversa tutta la metropoli per oltre 25 km e permette di andare in tutta sicurezza in bici, con sempre il mare negli occhi…

Il problema di questi primi km è il caldo che a un certo punto comincia a farsi sentire: ho finito l’acqua a un certo punto, quando sono circa le 10.30 del mattino, mi fermo in un baracchino di quelli che fanno i panini all’aperto. Mi scolo una Cocacola e chiedo acqua e un Gatorade per riempire le 2 borracce. E ghiaccio, tanto ghiaccio per tenerle al freddo per un po’ (d’estate le bevande fredde in bici, in meno di mezzora, diventano come calde come pipì: certo bisogna bere per idratarsi, ma non è facile quando hai caldo mandar giù questa brodaglia piena di sali)… Oltre al caldo un altro problema è stato  passare Montecarlo, i suoi yacht, i panfili dei ricconi, i tunnel e i controtunnel, tra un grattacielo e un altro…. Ci avrò messo una mezzora buona per oreintarmi e capire quale strada fare per riprendere il lungomare, con tante salite, diverse retromarcia con strade sbagliate un paio di volte e così via. Poco prima di mezzogiorno arrivo a Mentone. Sole alto, panorama mozzafiato e l’Italia lì a un passo. MentoneMi fermo su un muretto a bere e ad ammirare il panorama. Passato il confine, il panorama urbano cambia subito. I paesi dall’altra parte sono sporchi, pieni di traffico. File di auto a ogni semaforo con il rischio di finire sotto a ogni metro… E’ davvero difficile procedere attraverso queste cittadine; Ventimiglia, Bordighera, Ospedaletti fino a Sanremo… Sono circa le 13. Sono in bici da 5 ore e più e fa davvero caldo. Decido di interrompere qui il mio allenamento, la prima parte della mia lunga giornata di bici: è troppo pericoloso attraversare questi trafficati paesi liguri… Ho percorso già 130 km e preferisco pedlare puntando verso le strade interne, con salite, caldo quanto vi pare, ma senza rischiare la pelle. Tra un’ora passa un treno locale. Il tempo di mangiare e di bere, bere finalmente. E di riposare un po’ da questa cotta di sole che non passa… (il termometro nel frattempo segna 36 gradi!) Italie

Da Saint Raphael a Sanremo, dettagli allenamento prima parte del Lungo

La strada che da Savona porta verso l’interno è un percorso verso il paradiso. Il mio paradiso. Un posto solitario. In mezzo a una natura selvaggia che vieppiù ci si allontana dagli orizzonti post industriali della devastata provincia ligure e ci si addentra nell’alessandrino e poi nelle langhe ti avvolge nei suoi silenzi e ti travolge con i suoi odori. Mi è capitato anni fa di veder scappare un capriolo, forse un paio di caprioli, alla fine di una vallata verde da film western. Penso al mio paradiso metre riprendo la via verso la mia destinazione finale. Ma le gambe fanno male e non è facile ripartire. Sono circa le 16. E ho una 50ina di km da percorrere (a un certo punto il Garmin si è spento perché ha finito la batteria, come me che però continuo a pedalare) con la salita che sale a Roccaverano, quella dove si allenava Coppi, e le altre per scollinare dal mare e dall’appennino ligure. Attraverso diversi paesi e capannoni e salite. Fa ancora caldo. A Stella, il paese natale del grande Sandro Pertini, mi fermo in un supermarket aperto: compro della focaccia al prosciutto e qualcosa da bere ma non hanno niente in freddo. Dannazione. Riprendo la salita che a tratti tocca il 12-13% di pendenza. Sono stanco ma continuo come un pugile suonato, matido di sudore, a pedalare lungo i tornanti che portano al prossimo colle. Verso il bivio da cui si gira verso Sassello, la città di Chiara Luce che non ho mai visto e dei biscotti. Io invece prendo la strada meno frequentata versoo Pontinverea, Mioglia, Pareto, fino giù a Spigno, dopo l’ultima salita e il verde che domina su tutte le altre sensazioni. Sono quasi le 7 di sera. Questa giornata di bici non finisce mai e devo ancora salire gli ultimi 7 km verso Rocca, la torre di Vengore. Non mi chiedo nenache più se ho la forza oppure no. Ma penso solo a quando arriverò in fondo. E sogno di mangiare e una birra ghiacciata… Dopo tutto questo caldo credo di essermela meritata. Alla prossima salita…

Da Savona a Roccaverano, Seconda parte del mio lungo.

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